Non si può credere davvero in ciò che non si capisce e questi paesani della peggior specie sono l’esempio morale della validità di questa frase. Temono, odiano e scacciano ciò che non capiscono e non vogliono nemmeno farlo perché sembra essere oltre le loro possibilità.
12 settembre 1600.
suor Febe,
26 anni,
si reca in un villaggio del cremonese per indagare, al posto del fratello, sull’accusa volta a due fratelli: Annaluna e Vernante.
L’accusa è quella di essere figli di satana, in particolare la sorella viene definita NEGROMANTE.
Il compito di Suor Febe sarà decidere della loro condanna o innocenza e lo farà affiancata da Padre Geraldo, parrocco del luogo e da Mafalda, donna che vive ai margini del villaggio e temuta da tutti.

La Negromante è un libro breve in quanto formato da un’unica epistola inviata dalla suora al fratello all’interno della quale vengono riportati i fatti.
Una lettera che ci fa ripercorrere il periodo in cui l’Europa è stata al centro di avvenimenti come questo.
All’interno di queste pagine troviamo religione, storia, filosofia, ma soprattutto l’umanità e la non umanità delle persone.
Una lettera diversa,
un libro fuori dagli schemi che vale ogni parola scritta e una protagonista forte, determinata e che non ha paura di prendere decisioni importanti e contrarie al volere comune.